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Questo disarmante romanzo di Francesco Parigi tratta di alieni, anche se non c'entrano nulla il fantasy e gli extraterrestri. Semmai, al contrario, è di un'attualità che metti i brividi. Il disorientamento e l'emarginazione sono gli elementi fondanti della storia: giovani e meno giovani, alieni agli altri e pure a se stessi, accovacciati in un angolo con le mani a schermare gli occhi in attesa che l'uragano termini. Circondato da compagni di viaggio biliosi e disillusi, genitori iperprotettivi e capi di lavoro distratti e viscidi, spunta, come il bocciolo partorito da un cumulo di sterco, il falso giovane protagonista di questa vicenda a metà tra la farsa e il dramma. L'inclemente gragnuola che si abbatterà sulla sua esistenza lo indurrà ad ingegnare un progetto malsano e ardito, che alla fine saprà dare i suoi frutti. Un'opera fuori dagli schemi, caotica, amorale e a tratti sacrilega in cui frammenti di schegge andranno, di pagina in pagina, a comporre un mosaico che se osservato da vicino appare irriverente e surreale ma se analizzato a fondo tratteggia l'identikit di una generazione smarrita e monca.